Strade Bianche 2020, prepariamoci per tempo!


A pochi giorni dall’apertura delle iscrizioni per l’edizione 2020 c’è già chi pensa ad impostare la preparazione invernale con l’obiettivo di ben figurare in una delle prime manifestazioni della stagione, la GF Strade Bianche di Siena… e a dirla tutta, lo riteniamo un buon approccio anche noi di PowerLab! Non occorre certo cimentarsi fin da subito in lavori specifici tarati ad hoc sul percorso della gara, ma sarà buona cosa fin dal periodo successivo alla “transizione” avere le idee chiare su come strutturare la preparazione. Se consideriamo il mese di ottobre come la fine della stagione in corso e ci concediamo un paio di settimane di relax tra fine ottobre ed inizio novembre, capiremo come il tempo a disposizione per arrivare pronti alla Strade Bianche di marzo 2020 non sarà poi così tanto.

Quindi prima ancora di entrare nel merito della specificità dell’allenamento necessario per preparare al meglio un evento così “particolare”, ci piacerebbe illustrarvi i pacchetti di preparazione alla gara, che abbiamo realizzato e per il periodo compreso tra novembre e marzo, con la possibilità di ingresso fin da novembre per coloro che intenderanno affrontare con noi tutte le fasi, compresa la parte iniziale di potenziamento in palestra, il periodo di base, fino ad arrivare alla preparazione speciale di febbraio, mentre prevedremo una seconda finestra di ingresso a gennaio per coloro che avranno già eseguito in autonomia una parte di preparazione generale ed intenderanno effettuare con noi solo una rifinitura, calibrando i lavori sul modello di prestazione richiesto dalla gara stessa.

Dettagli sul link sottostante.

Nel frattempo vi proponiamo la cronaca “romanzata” della partecipazione di due nostri atleti alla scorsa edizione… BUONA LETTURA!

Gran Fondo Strade Bianche, dove la gloria si nasconde tra polvere, fango e pietra serena.

Siena, antico avamposto romano del 30 a.C. Sorge sulla sommità di una collina al centro tra l’aspro paesaggio della Val d’Orcia e le morbide pendenze lussureggianti del Chianti. Terra di filosofi, pensatori, pittori e papi che oggi ospita nei propri territori una tra le più recenti ma affascinanti competizioni ciclistiche di Gran Fondo internazionali. A metà del 1330 Ambrogio Lorenzetti raffigurava nei sui affreschi “Gli effetti del buon governo in città e in campagna” la magia della città e della campagna che la circondano e questa Gran Fondo da, a chiunque lo volesse, la possibilità di gareggiare in questo contesto unico con l’arrivo in una delle piazze più antiche realizzate dall’uomo, riconosciuta patrimonio dell’UNESCO.

Adesso basta con la poesia, è il momento di allacciare il casco serrare il BOA degli scarpini e pensare a spingere fin quando le gambe saranno così vuote da rimpiangere l’istante in cui hai attaccato il numero al manubrio. Talvolta la pioggia, la polvere, il vento possono essere l’incognita mentre le costanti saranno sempre quei 31.4 km di strade bianche, irregolari cariche di quel ciclismo epico che noi tutti amiamo rivivere. La strada per la gloria è lunga più di 134 km, con i polsi che si piegano sotto i colpi delle pietre la schiena che si flette sulle ripide improvvise pendenze e con la polvere che negli occhi lascia il posto alla luce che si crea nell’attimo in cui si attraversa il traguardo all’ombra del sontuoso Palazzo Comunale.

La nostra filosofia, il nostro modo di intendere il ciclismo, contrappone però all’epicità e al calore degli eventi il raziocinio e la freddezza dei numeri e della matematica, in PowerLab facciamo questo. Cosa rende la GF Strade Bianche un evento così particolare e unico al mondo? Il panorama, il contesto…ok … questo è noto a tutti, ma la gara? Cosa la rende così amata e al contempo odiata da tutti i suoi partecipanti?

Proviamo a dare risposte queste domande, nel nostro stile chiaramente. Analizziamo il profilo altimetrico, 2100 m circa di dislivello che si accumulano percorrendo un totale di circa 30 saliscendi con pendenze che spesso superano il 10%. Facendo un rapido calcolo ci troviamo ad affrontare una salita impegnativa una volta ogni 4 km circa da percorrere comunque su falsi piani o sul così detto mangia e bevi. La lunghezza delle salite varia passando da strappi della durata di un minuto/un minuto e mezzo a medio brevi percorrenze di nove, undici minuti consecutivi. Questa variabilità di sforzi comporta un impegno fisiologico molto elevato ed una preparazione specifica ben delineata oltre a periodi di base con lavori di fondo adeguati alla distanza da coprire. Forza, resistenza e capacità di recupero saranno fondamentali per concludere questa imponente sfida, senza dimenticare la cura della parte anaerobica e del Vo2 Max per tutti coloro che vorranno affrontare la gara in “modalità race” e necessariamente si troveranno a sconfinare ripetutamente in tali domini durante i ripidi e brevi strappi. Negli ultimi anni, il ritmo imposto dai battistrada è sempre più elevato quindi padroneggiare il proprio mezzo con dimestichezza su fondi stradali irregolari rappresenta una chiave fondamentale di risoluzione. Importante, se non addirittura fondamentale, è arrivare agli ultimi 20 km, dove degli sforzi importanti devono ancora palesarsi, con energia disponibile in corpo. Sarà quindi necessario alimentarsi adeguatamente ed idratarsi in modo costatante con il giusto apporto salino per ripristinare l’omeostasi del corpo. Nelle sessioni di allenamento preparatorie dovremmo abituarci a quantificare il dispendio energetico e imparare a sopperire al deficit ed abituare il corpo a trarre energia da tutti i substrati disponibili. Sono compiti gravosi, che possono arrivare solo da un’analisi attenta ed esperta delle necessità di gara in relazione al singolo atleta.

Ma, cosa rende magica questa corsa? Siena è conosciuta al mondo anche per un altro evento, amato e odiato, il Palio. Da sempre una componente condiziona l’esito di quella folle corsa sul tufo, la Sorte. Tufo e strade bianche, unite sotto l’egida della sorte che può essere clemente oppure rendervi la vita impossibile. Due dei nostri atleti nell’edizione 2019 hanno avuto la possibilità di vivere sulla loro pelle quanto la sorte possa essere severa, entrambi ben preparati, uno trova la gloria con un’ottima prestazione nel percorso medio piazzandosi nei primi 50 assoluti, l’altro è costretto a ripiegare le proprie armi per una sequenza di forature e rimandare tutto all’anno successivo.

Sì, all’anno prossimo, perché della Strade Bianche una volta che ne hai vissuto l’atmosfera e calcato quelle tracce polverose te ne innamori e non puoi perdere l’occasione di riprovare a pedalare nella leggenda.

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