Power Meter, impariamo a conoscerlo e ad utilizzarlo.


Introduzione

Il binomio tecnologia e ciclismo da sempre rimane al centro della passione che molti di noi riversano in questa attività. La ricerca della prestazione è il fulcro dell’innovazione, nei materiali, nell’alimentazione e nella preparazione.

Cenni storici

Come valutare la risposta atletica in funzione del carico di allenamento, era il quesito al quale i medici russi a metà degli anni 50 del secolo scorso cercavano di dare risposta. In quel periodo nascevano infatti i principi di periodizzazione, si avevano le prime evidenze di come un’alternanza di volume e intensità del carico allenante nel corso della stagione generasse una migliore risposta atletica, invece dei classici e desueti metodi che prevedevano un carico pressoché costante durante tutto l’anno. Un’altra domanda però attanagliava i preparatori di allora: come misurare il carico di lavoro di ogni singola sessione di allenamento in uno sport come il ciclismo? Nel mondo del sollevamento pesi era semplice, era già noto infatti nell’Europa dell’Est un principio tutto sommato abbastanza semplice e al contempo molto preciso. Si misurava il tonnellaggio contando ripetizioni e serie in funzione dalla percentuale sul carico massimale di ogni individuo; ma in un’attività con tipologie di sforzi combinati come il ciclismo svolto alla presenza di variabili esterne come vento, salite, discese, scie ecc. come si poteva quantificare con esattezza il lavoro svolto?
Il volume, espresso in chilometri percorsi, è stata la principale chiave di lettura fino alla metà degli anni cinquanta. Con il progresso tecnologico che man mano avanzava, si iniziò ad esprimere il volume non più in km ma in tempo impiegato sotto sforzo. Simo ormai al 1960 quando il monitoraggio della frequenza cardiaca inizia ad entrare nelle menti dei preparatori ma solo nel 1975, sulle gelide piste da sci ghiacciate finlandesi, nasce l’idea di un sistema portatile di monitoraggio istantaneo della frequenza cardiaca. Nel 1979 la ditta Polar ottenne il suo primo brevetto per la misurazione della frequenza cardiaca e nel 1982 lancia il primo cardio-frequenzimetro da polso senza fili.

Monitoraggio, il nome, Istantaneo invece è il suo cognome.
Lo strumento, allora rivoluzionario, consentiva per la prima volta di monitorare in tempo reale l’attività al fine di verificarne l’intensità ed avere un riscontro delle prestazioni dell’atleta e della risposta al carico allenante.

Il cardio-frequenzimetro però è destinato a condividere lo scettro con un altro strumento di analisi della prestazione: il misuratore di potenza. Nel 1986, Ulrich Schoberer fondatore della ormai blasonata SRM acronimo di Schoberer Rad Messtechnik ha progettato, prodotto e presentato la domanda per ottenere il brevetto per il primo dispositivo capace di misurare la forza prodotta durante la pedalata in bicicletta. La tecnologia, sempre più miniaturizzata, fa si che nemmeno un decennio dopo le biciclette potessero essere equipaggiate con elementi elettronici in grado di misurare la forza generata dall’atleta; siamo ormai nel 1991 quando a St. Moritz (CH) la nazionale teutonica organizza il primo stage di allenamento con biciclette equipaggiate con PM (power meter). Svariate sono le tecnologie che stanno dietro a questi strumenti ma tutte prendono in considerazione la stessa relazione Lavoro/Tempo. Semplificando, questi strumenti rendono misurabile con estrema precisione lo sforzo profuso dall’atleta determinando i joule prodotti in un determinato arco di tempo, non c’è salita, discesa, vento a favore o vento contrario che possano inficiare questa misura che viene definita assoluta, e in quanto tale, riesce a superare i limiti che erano presenti nei metodi di analisi precedenti, dove per avere una stima del lavoro prodotto ci si affidava prima al conto dei km fatti, poi alla somma delle ore e in seguito alla somma delle ore trascorse in un determinato range di frequenza cardiaca.

Per adesso tralasceremo la fisica che sta dietro al funzionamento di questi strumenti, la tratteremo in uno specifico articolo sulla relazione tra momento di forza e velocità angolare.

L’avvento del Power Meter (PM) non sostituisce di fatto il cardio frequenzimetro, anzi ne implementa i risultati di analisi. L’esercizio del ciclismo è un’attività sia cardiovascolare in ambito prevalentemente aerobico che di tipo prettamente meccanico di generazione di forza. L’analisi dei dati di frequenza cardiaca uniti a quelli della potenza in output ci permettono di avere uno spaccato in tempo reale di tutte le capacità atletiche, siano esse biologiche o meccaniche.

Perché utilizzare il misuratore di potenza?

Cardio frequenzimetro e misuratore di potenza: il binomio perfetto. Quello che negli anni ha in parte limitato la propagazione dei PM è stato essenzialmente il costo dello strumento. A fronte di una spesa cospicua, molti si chiedevano se in realtà fosse uno strumento utile o meno. Al di là del costo, che rappresenta comunque un fattore primario nelle scelte di acquisto di molti amatori (anche se negli ultimi anni si è notevolmente abbassato), i vantaggi del PM sono innumerevoli. Questo strumento rende gli allenamenti altamente specifici, dando la possibilità ai preparatori di valutare con esattezza i punti di forza e di debolezza dei propri atleti, permettendo di realizzare programmazioni sulle reali esigenze dei propri assistiti e tenere in considerazione il carico di allenamento giornaliero, settimanale, mensile e stagionale con una precisione che fino a qualche anno fa non era nemmeno ipotizzabile.

Come si utilizza un misuratore di potenza

Dopo aver scelto il modello preferito ed eseguito il montaggio sulla propria bici occorre collegare lo strumento al ciclo computer, oggi la procedura avviene quasi sempre con pochi semplici passaggi, anche tra prodotti appartenenti a differenti brand grazie alla compatibilità quasi totale data dal linguaggio di comunicazione Ant+. Una volta terminata la procedura di abbinamento vedrete magicamente comparire sul computer (dopo averlo, in alcuni casi, configurato nelle schermate da visualizzare) dei dati di cui prima ignoravate l’esistenza: potenza istantanea, bilanciamento della pedalata sinistra/destra, KJ ecc. Questi dati oltre ad ipnotizzarvi nei primi giorni di utilizzo serviranno a guidarvi nell’esecuzione degli esercizi, nella corretta gestione dello sforzo in relazione alla rispettiva durata dello stesso ed a creare il vostro database storico. Grazie alla possibilità di memorizzare le sessioni prima nella memoria interna del ciclo computer poi, tramite download in appositi software di analisi, sarà possibile accumulare dati relativi a sessioni di allenamento, test, gare, oppure intervalli.

La raccolta dei dati e la conseguente analisi post workout rappresentano un fattore chiave nell’utilizzo di un power meter, molto spesso questa parte non viene presa sufficientemente in considerazione dall’atleta, ovviamente l’utilizzo di uno strumento del genere può tranquillamente essere relegato al soddisfacimento della mera curiosità di conoscere la propria potenza istantanea o media durante una sessione di allenamento, tuttavia riteniamo che in questi casi l’investimento non apporti un grande beneficio al miglioramento della prestazione, nell’altro caso invece l’investimento darà i suoi frutti! Siamo consapevoli che non è semplice interpretare i dati, occorre un po’ di formazione e di studi preventivi tant’è che spesso è opportuno appoggiarsi ad una figura qualificata, ma una volta che l’atleta avrà ricevuto le giuste indicazioni avrà con sé uno strumento straordinario.

Tornando all’utilizzo in “real time” del misuratore va detto che, come già avveniva con il cardio frequenzimetro, occorre impostare le zone di allenamento. A seguito di un test specifico verranno ricavate le zone di intensità’ espresse in watt affiancate anche dell’intervallo di frequenza cardiaca corrispondente.

Ad ogni accensione diventa fondamentale eseguire l’azzeramento (calibrazione) dello strumento. Si tratta di una procedura che consente di compensare variazioni nei materiali dovute a condizioni ambientali, quali ad esempio la temperatura in modo da annullare queste variabili e rendere i dati confrontabili sessione dopo sessione.

Conclusioni

Adesso siamo pronti, ogni strada in salita o in discesa che sia diventerà un terreno perfetto per allenarsi. Saprete sempre in che condizione vi trovate, quanto lavoro state producendo e per quanto tempo sarete in grado di mantenerlo. Saprete a che punto vi trovate nella curva di carico settimanale, mensile e stagionale, riceverete indicazioni dettagliate e specifiche dai vostri coach sugli allenamenti da fare e invierete un feedback dettagliato delle vostre sessioni di allenamento. Saremo in grado di guardare dietro alle classiche frasi “stavo bene” oppure “le gambe non giravano”. Saremo in grado di capire l’andamento delle gare, come fossero registrate su un nastro e poterle analizzare.
Citando qualcuno che ha attirato schiere di fan vi diciamo… “Che la Forza sia con voi…” o meglio in questo caso… la Potenza!

Fonti

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